Bisogno di risorgere

sabato 18 aprile 2009

Gli auguri di Pasqua del nostro Arcivescovo

Miei cari fratelli, cittadini e fedeli,

in prossimità della Pasqua, vi giunga un cordiale ed affettuoso saluto con l’assicurazione del mio costante ricordo, della paterna sollecitudine, della sana preoccupazione per tutti e ciascuno di voi.

A nome di tutti voi ho sentito il bisogno di esprimere vicinanza e solidarietà alla popolazione dell’Abruzzo per il disastroso terremoto che ha portato distruzione e lutto in tante famiglie. Siamo molto sensibili e riusciamo a cogliere, per avere da poco ricordato il centenario del terremoto del 1908 che distrusse le Città di Messina e Reggio Calabria, il dolore e la sofferenza di quanti sono stati interessati dal tragico evento. Le nostre comunità parrocchiali saranno interessate per una raccolta straordinaria, domenica 19 aprile, come indicato dal presidente della CEI, Card. Angelo Bagnasco, per contribuire anche economicamente ai disagi e ai bisogni che l’evento tellurico ha provocato.

Il tempo che viviamo è “carico” di preoccupazioni e difficoltà di ogni genere che non risparmiano davvero nessuno. Penso agli anziani e agli ammalati che versano nell’abbandono, nella solitudine, troppe spesso raggirati e derubati; alle famiglie, ai bambini, alle donne e ai tanti giovani su cui incombono forme varie di violenza, d’inganno e di disinteresse; ai carcerati, allo stato pietoso delle loro condizioni di vita; ai numerosi fratelli immigrati, spesso sfruttati e trattati con indifferenza. Penso alla pesante situazione della viabilità nel nostro territorio, alla non adeguata sorveglianza (vedi la periodica profanazione del Cimitero), al degrado e la sporcizia in cui versano molti spazi urbani, ai numerosi segni di inciviltà riscontrabili un po’ dappertutto.

La mancanza e la perdita del lavoro, un tetto sicuro dove abitare, il necessario per potere sopravvivere, generano una quotidiana litania di situazioni ed eventi tristi che coinvolgono troppi nostri cittadini e fratelli, colpevoli del solo torto di essere poveri, indigenti e senza la dovuta protezione e il solidale sostegno.

Siamo turbati, amareggiati, spesso indignati e, tuttavia, pur non disponendo di presuntuose risposte facili e preconfezionate, non rinunciamo a sperare e a lavorare per migliorare la qualità della vita del nostro Territorio e dei suoi cittadini.

Ma cosa fare?

Messina, con tutti i suoi cittadini, necessita di un sussulto di orgoglioso intento per riappropriarsi di tutto ciò che di bello e di grande possiede per tradizione e per dono ricevuto da Dio e dai cittadini illustri che, in passato, l’hanno onorata e fatta risplendere dinanzi al Paese e al mondo intero.

Occorre “scuotersi dal torpore e dall’inerzia”. Lasciarsi coinvolgere dalla volontà di una “sana reazione e rigorosa assunzione di personale responsabilità” nei confronti della propria Città e territorio, della propria comunità civile o religiosa, della propria famiglia. Urge educarci ed educare al senso del dovere e del rispetto delle regole e degli altri, specie se bisognosi e vulnerabili.

Voglia di riscatto, senso di appartenenza, interesse per la crescita comune, gusto per la sobria bellezza, passione per la vita e per il bene, condivisione e solidarietà, ecc. Questo ci aiuterà a “risorgere”. Atteggiamenti meschini ed egoistici, forme di chiusura e disinteresse per gli altri, logiche fondate sulla lotta e sullo scontro a tutti i costi, in nessun modo ci aiuteranno ad uscire dal tunnel in cui troviamo.

Occorre intraprendere con coraggio e determinazione la strada della conversione del cuore a cui ci ha richiama il Vangelo e l’insegnamento di Gesù Cristo, Signore e Salvatore, Luce e Risurrezione.

Non sono mancati, da più parti, segni di ripresa e di buona volontà, gesti di attenzione ed attestazioni di interesse per la Città e i suoi bisogni. Abbiamo anche riscontrato elementi di risposta positiva in numerosi cittadini per quelle proposte che hanno riguardato la Città e il recupero dei suoi tesori e beni artistici ed architettonici.

Occorre andare avanti con coraggio e costanza;
occorre porre dei segni concreti a sostegno dei deboli, dei lavoratori e delle famiglie in particolare;
occorre percorrere con convinzione la via della trasparenza, della solidarietà e dell’impegno per il bene di tutti;
occorre non mortificare questo avvertito bisogno di risorgere come cittadini e come fedeli.

La Pasqua del Signore, che ci accingiamo a celebrare, è l’annuncio gioioso della vittoria di Dio su tutto ciò che mortifica l’uomo e la sua dignità. È il Segno di Dio che sconfigge il male con il bene, il buio con la luce, il peccato con la misericordia, la morte con la Risurrezione. È il trionfo della solidarietà sull’indifferenza, della giustizia sull’ingiustizia e sulla illegalità, della benevolenza sulla cattiveria e sulla malvagità. È il trionfo dell’amore sull’odio, della vita sulla morte.

È quanto di vero cuore auguro a tutti. Una Buona e Santa Pasqua a tutti.

+ Calogero La Piana

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